I suoni del mare e dei Cetacei

Viene da sorridere pensando che Jaques Cousteau e Luis Malle, nel 1956, girando uno dei primi documentari sottomarini, lo intitolarono "Il mondo del silenzio".
Il mare è tutt’altro che silenzioso. Fenomeni fisici, crostacei, pesci, cetacei, e buon’ultime le navi, riempiono l’ambiente acqueo di una varietà di suoni e rumori. Un sito sui cetacei non può certo prescindere dal presentare un campionario di queste musiche, ma prima vogliamo spendere due parole sulle ragioni di tanta abbondanza in decibel.
Non ci interessa una trattazione approfondita circa il comportamento del suono in acqua.


Ci interessa sapere che i suoni sono, dal punto di vista fisico, onde di compressione che viaggiano attraverso un mezzo senza trasportare materia (se c’è un fisico all’ascolto, perdoni la mia approssimazione).
La velocità di propagazione è proporzionale alla densità del mezzo. L’acqua trasporta i suoni cinque volte più velocemente dell’aria: millecinquecento metri in un secondo. Inoltre le caratteristiche di stratificazione dell’acqua, legate principalmente alla salinità, alla temperatura e alle correnti, creano canali di propagazione che conducono i suoni, lungo delle vere "guide d’onda", con bassissime dispersioni, per decine e a volte centinaia di chilometri.
Per ascoltare e registrare i suoni sottomarini si utilizzano gli idrofoni. Gli idrofoni sono speciali microfoni, basati sul principio piezoelettrico, stagni all’acqua e in grado di funzionare in ambienti ad alta pressione come le profondità marine. Utilizzando idrofoni posizionati secondo diverse geometrie è possibile calcolare la direzione di provenienza dei suoni, riuscendo così a discriminare più sorgenti contemporaneamente. (Volete comprare un IDROFONO per ascoltare e registrare i suoni sott'acqua?
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I suoni che si possono ascoltare in mare sono veramente molto vari. Partendo dalle frequenze più basse, cioè dai suoni più gravi, troviamo molto presto i brevi "grunt" prodotti dalle balenottere. Sono fischi molto semplici, che variano leggermente di nota, attestati intorno a poche decine di hertz. Praticamente inudibili per l’uomo, spesso confusi nel rumore ambiente, se ne sono registrati i primi esempi del mar Mediterraneo solo negli ultimi due anni.
Ben più semplice è l’ascoltare tutto quello che dalle centinaia di hertz si estende in alto ben oltre i 18/20.000 Hz, termine della nostra capacità di udire. Qui troviamo molti misticeti e praticamente tutti gli odontoceti, che cantano, fischiano e producono "click" in quantità.
Sembra che non sia stata spesa l’ultima parola riguardo le funzioni di tale abbondanza di suoni. Certamente (per come si può essere certi di cose appartenenti a un mondo alieno) le due principali categorie di suoni prodotte dagli odontoceti, i fischi e i click, vengono utilizzate per scopi diversi:
i fischi per comunicare e i click per ecolocalizzare.

L’ecolocalizzazione, cioè la capacità di ricevere informazioni sull’ambiente attraverso l’eco di suoni appositamente prodotti, è una capacità ben documentata in alcuni delfini (oltre che nei pipistrelli), specialmente nei tursiopi in cattività. Trasferendo ai parenti le capacità di questi animali, si ritiene che quasi tutte le specie di delfini e probabilmente i capodogli, abbiano analoghe capacità. Ben più recente è l’ipotesi che il canto melodioso dei maschi di megattera (misticeto assente in Mediterraneo) sia anch’esso un sistema per "illuminare" acusticamente le femmine, e quindi trovarle più facilmente.

Certo è che per vivere, comunicare e cacciare in un ambiente dove la visibilità è di poche decine di metri e la luce del sole penetra per meno di cento, i suoni sono il miglior strumento disponibile: veloci, a bassa attenuazione, direzionabili secondo il desiderio.

"Ci sono più cose sotto il cielo…".