Le balene del Mar Ligure possono dormire sonni più tranquilli ?
Ci sono voluti dieci anni per raggiungere l'accordo, ma da qualche anno l’immensa superficie marina di quasi centomila chilometri quadrati che va dalla Toscana alla Costa Azzurra, passando per il nord della Sardegna, è un’ area sotto protezione.
Il Ministero dell'Ambiente italiano, al pari degli omologhi degli altri Stati interessati, finanzia attività di ricerca e protezione in questo immenso bacino.
Sta già accadendo...

I confini del santuario

Cosa significa tutelare una zona di mare così grande, che bagna Francia, Monaco e Italia, è difficile dirlo. Anche perché, parlando di mare, si parla anche di acque internazionali, dove oggi, a parte rari casi di gravissime violazioni previste dai trattati internazionali, nessuno detta legge o può intervenire.

Le regole che dovrebbero regolare le attività all'interno del Santuario sono presto dette:
• stop alla pesca con le reti derivanti, meglio note come le "spadare" (che comunque a breve sarebbero state messe fuorilegge dalle norme europee);
• studio e regolamentazione dei sistemi di pesca che potrebbero avere impatto forte su cetacei o sulle loro prede;
• regole severe sulla disputa di gare off-shore nell’area;
• regole severe per chi vuole avvicinare le balene (e "l’educazione" sarà certo in questo caso il miglior poliziotto).



Quasi nulla si sa del numero di "incidenti" che coinvolgono cetacei e imbarcazioni. Nelle immagini, una balenottera porta i segni di un recente speronamento. (foto: CIBRA)

I vincoli valgono certo per i Paesi che hanno sottoscritto l’accordo, per il loro territorio e le loro flotte. Una nave battente bandiera di un paese esterno all' accordo non potrà essere oggetto di alcun controllo o sanzione. Ciò varrà fino a quando le regole previste dalla Convenzione di Barcellona - cioè l’ istituzione di Aree di Protezione Speciale (SPA - Specially Protected Areas), dove i vincoli siano estesi a chiunque vi transiti - non saranno applicabili.

Educazione, dicevamo...

Il santuario è quindi un dato acquisito, si chiama PELAGOS, e già il nome suscita rispetto.
Ma chi saranno i santi che andremo a visitare? Con che vestiti ci dovremo presentare; e ci daranno udienza? Quali segreti custodisce questo luogo, e da chi andrà difeso?
Questo è l’argomento del sito che state visitando, con la speranza di accompagnarvi utilmente nel vostro viaggio, reale o virtuale, verso un punto scelto a caso qualche decina di miglia al largo di Bordighera.
Il caratteristico soffio del capodoglio: inclinato in avanti e a sinistra (foto: CIBRA)

Perché le balene ci sono davvero, e bisogna saperle cercare e poi saperle guardare, per poi lasciar loro solo la sensazione che qualche piccola barca non può arrecare danni.