Otto specie di cetacei vivono regolarmente nei nostri mari.
Che cosa possiamo incontrare per mare? Bisogna per forza essere emuli dei navigatori oceanici per incontrare i cetacei? E come riconoscerò ciò che incontro? Ecco che in questa sezione impariamo a riconoscere le balene e i delfini in funzione delle loro caratteristiche più evidenti:
• DIMENSIONE (perchè potrebbero essere anche molto più grandi della nostra barca)
• ASPETTO (perchè oltre alla balena e al delfino che tutti si immaginano, potremmo anche incontrare "qualcosa di nero" o "qualcosa tutto graffiato").
L’osservazione dei cetacei in natura può essere eccitante ed educativa, ed è un ottimo mezzo per studiare e rispettare questi animali. Le regole base del bravo whalewhatcher comprendono norme generali per diportisti, velisti e amanti del mare che garantiscono la salvaguardia e la protezione dei cetacei:
• Mai intralciare lo spostamento dei cetacei, né commettere azioni che potenzialmente diano luogo ad un contatto fisico.
• Non attraversare mai la loro rotta.
• Non inseguire i cetacei, né dirigere la barca direttamente su di loro. Mantenere una rotta di circa 30° rispetto alla direzione di spostamento degli animali. Non è improbabile che siano i cetacei a decidere di avvicinarsi a voi.
• Ridurre la velocità.
• Evitare improvvise variazioni di rotta: ciò potrebbe confonderli e disorientarli.
• Non cercare di avvicinare cetacei con i piccoli.
• Assicurarsi che non ci sia più di una imbarcazione nel raggio di 100 m dai cetacei o non più di 3 nel raggio di 200 m.
• Non immergersi o nuotare con i cetacei né cercare di toccarli, per la propria e la loro sicurezza.
• Mantenersi tranquilli, non urlare, non fischiare e non emettere rumori forti.
• Non lanciare in acqua esche o cibo di nessun genere. Non gettare sacchetti di plastica né spazzatura (il farlo è comunque sempre una fesseria e una cosa vietata !)
I cetacei passano la maggior parte del loro tempo sott’acqua. Per studiarne il comportamento in natura è quindi molto utile avere un punto di osservazione alto sulla superficie del mare, e da qui vederli nuotare sott’acqua. Condizioni di eccezionale limpidezza del liquido permettono di filmare gli animali in immersione, ma è un caso estremamente raro in Mediterraneo, dove bisogna, in genere, accontentarsi di osservare gli animali in superficie. Anche così limitata, l’osservazione di delfini e balene può essere di grande soddisfazione, perché alcune specie di cetacei manifestano comportamenti di superficie che ci aiutano a interpretare ciò che sta avvenendo sott’acqua.

Vediamo i più frequenti:



(foto: L. Magnaghi - M. Podestà)

Tutti sanno che i cetacei possono saltare fuori dall’acqua, pochi sanno che esistono diversi tipi di salto. In inglese i salti vengono genericamente chiamati "breaching". Con questo termine si comprendono tutti i salti che i cetacei compiono spostandosi con il corpo in avanti e ricadendo di testa con un tuffo.
Nel "breaching" tradizionale tutto il corpo esce dall’acqua, mentre nell’ "half-breaching", il "mezzo salto", la parte posteriore rimane immersa. Nei "mezzi salti" l’ animale in genere ricade su un fianco provocando uno splash rumoroso.
I cetacei di piccole dimensioni sono in generale più agili e possono anche compiere capriole e avvitamenti prima di ricadere in acqua. I grandi cetacei invece, come il capodoglio e la balenottera, che pesano molte tonnellate, saltano fuori dall’acqua con non più di due terzi del corpo.
L’interpretazione di queste evoluzioni è ancora in parte misteriosa ed esistono numerose ipotesi. I salti potrebbero essere utilizzati come segnale di avvertimento e come dimostrazione di forza, potrebbe trattarsi di una forma di corteggiamento, di un modo per eliminare i parassiti dalla pelle, essere una forma di gioco e un metodo per spaventare i pesci durante la caccia, facendone aggregare i banchi. Crediamo non esista un’unica spiegazione, ma le diverse interpretazioni sono forse tutte corrette, ognuna nella propria circostanza.


Salto sul fianco di un grampo: osserva la tipica colorazione del ventre (foto: C. Benoldi)



Coda di grampo all'aria (foto: P. Pecchioni)

Molte specie, mentre si immergono, sollevano la pinna caudale fuori dall’acqua, forse per ottenere una maggiore angolazione del corpo all’inizio di una discesa in profondità. Il termine inglese per questo comportamento è "fluke-up". Un esempio tipico è il capodoglio, che mostra la coda ogni volta che si immerge. La balenottera comune, al contrario, solleva la coda molto raramente. È un indizio utile se si dovesse avvistare un cetaceo di grandi dimensioni e non se ne riconoscesse la specie da altre caratteristiche! Nei capodogli, ma non solo, il profilo della pinna caudale è caratteristico del singolo individuo, una specie di impronta digitale, ed è quindi molto utile fotografarlo. Potrà essere riconosciuto in un incontro successivo e la sua fotografia potrà essere inviata agli archivi dei ricercatori che si occupano di fotoidentificazione.
Un caso particolare di "coda all’aria" è mostrato dai grampi. A volte rimangono in verticale a testa in giù con la parte posteriore del corpo completamente fuori dall’acqua. Non è un comportamento che prelude l’immersione ed è caratteristico della specie.


Colpo di coda in superfice: "tail slap"(foto: C. Benoldi)

In inglese si chiama "tail slapping" ed è un termine che descrive l’azione di colpire in modo energico la superficie dell’acqua con la pinna caudale. In generale si possono osservare uno o due individui di un gruppo mostrare questo comportamento.
Viene prodotto un forte suono sia fuori che sott’acqua, e può essere forse un segnale di comunicazione o un sistema per spaventare le prede e farle spostare in una direzione voluta. In alcune specie si ritiene che si tratti di una forma di aggressione.
Comportamento simile al precedente ma in questo caso la superficie dell’acqua viene colpita ripetutamente con una pinna pettorale.


"Spy-hop" di globicefalo (foto: C. Benoldi)

Alcune specie di cetacei (grampi, globicefali, capodoglio) a volte si mettono con il corpo in verticale e fanno emergere dall’acqua solo la testa o una parte della testa. Questo comportamento viene chiamato in inglese "spy-hop", dal fatto che gli animali sembrano guardarsi intorno, spiando fuori dall’acqua.

"Spy-hop" di grampo (foto: C. Benoldi)


Gruppo di globicefali fermi in superficie: "logging" (foto: C. Benoldi)
Può capitare di incontrare gruppi di animali pressoché fermi in superficie, galleggiare inerti, come fossero tronchi d’albero tutti rivolti nella stessa direzione, in silenzio. In inglese questo comportamento si chiama "logging" perché "log" è il tronco d’albero. E’ caratteristico di grampi e globicefali e viene considerato un comportamento di riposo.
Molti cetacei di piccole dimensioni amano nuotare nell’onda di prua delle barche e delle navi, dove vengono spinti in avanti senza fatica. L’ acqua spostata dallo scafo crea una complessa circolazione intorno alla prua, dove gli animali cercano vortici, di pressione più alta, da cui farsi spingere. Già gli animali giovanissimi imparano a nuotare lungo il corpo della madre per sfruttare effetti idrodinamici simili, avanzando con minor fatica. Spesso saranno i delfini a trovare la tua barca e a farsi trasportare per un po’. Mantieni allora rotta e velocità. Anche lo spostamento d’acqua creato da una balenottera può attirare i delfini a nuotare nella sua "prua".

Gruppi di animali che non si fanno distrarre dalla loro rotta, o la riprendono molto in fretta, probabilmente stanno andando da qualche parte. È ben nota, specialmente in animali costieri, la frequentazione abituale di particolari aree dove ad esempio compiere razzie alimentari o andare a riposare. Animali che si muovono secondo una rotta ben determinata, con velocità costante, si descrivono in comportamento di "travelling", insomma in viaggio.

Il mulino gira, gira, e non va da nessuna parte. Animali che si muovono disordinatamente, cambiando rotta di continuo, con un nuoto lento, magari curiosi nel venirci incontro, con immersioni brevi, in genere poco attivi, sono descritti con il termine "milling", da mill (mulino), che viene usato come il nostro "gironzolare".

Gran movimento in acqua, pesci che saltano, delfini che nuotano veloci, con immersioni anche lunghe, tutto concentrato in un’area relativamente piccola. Se poi avessimo un idrofono sentiremmo un chiacchiericcio continuo e un' infinità di click del loro bio-sonar. C’è da giurare che i delfini stanno mangiando. Uccelli marini o addirittura pescatori, in vista, ci potrebbero confermare che ci troviamo in un’area ricca di pesce, e i delfini sono certo all’inseguimento delle loro prede.
Il termine utilizzato per indicare questo comportamento è "feeding", nutrirsi.


Il caratteristico soffio di balenottera comune: verticale e a cono rovesciato (foto: L. Magnaghi - M. Podestà)

Il soffio dei cetacei è una espirazione esplosiva che diviene ben visibile, specialmente negli animali più grandi, perché provoca la condensazione dell’umidità contenuta nell’aria espirata. Il soffio non contiene quasi acqua marina se non quella rimasta esternamente intorno allo sfiatatoio, una volta in superficie. L’effetto di condensazione deriva dalla caduta di temperatura che si ottiene decomprimendo velocemente qualunque gas. Anche i nostri frigoriferi producono il freddo con lo stesso principio.
Il soffio dei cetacei ha forme differenti a seconda della specie. È quindi un utile indizio non solo per avvistare i cetacei, ma anche per classificarli. In assenza di vento e con buona visibilità il soffio delle balene è avvistabile anche a grande distanza.

Il caratteristico soffio del capodoglio: inclinato in avanti e a sinistra (foto: C. Benoldi)

In Mediterraneo possiamo incontrare il soffio verticale della balenottera comune, mentre il soffio inclinato in avanti, verso sinistra, è tipico del capodoglio. Il soffio dei cetacei è chiamato genericamente, in inglese, "blow".