
(foto: C. Benoldi)

La mattina è tersa, il sole ha già cominciato a scaldare l’aria, il mare è calmo mentre noi siamo ancora un po’ assonnati. Perfino ai tropici è dura alzarsi! Ci dirigiamo verso l’ isola di Nain perché è lì che abbiamo già incontrato i capodogli. Mangiando papaya e mangostani, con il sole ormai alto, siamo sul tetto del perahu, la barca tradizionale che abbiamo noleggiato, a scrutare l’orizzonte con il binocolo. Nessuno di noi ha idea di quello che di lì a poco vedrà... Improvvisamente, eccoli! Sono due, no tre......, c’è movimento, spruzzi d’acqua, sono capodogli ma c’è qualcos’altro! Chiediamo a Ciun che guida la barca di avvicinarsi con cautela alla zona per vedere quanti capodogli sono e soprattutto scoprire cosa sta succedendo, senza infastidire gli animali. Appena sotto la superficie dell’acqua c’è molta confusione. Si vedono distintamente due capodogli che urtano e addentano qualcosa di più piccolo, che non riesce a evitare i cetacei che gli sono addosso. Notiamo che lo sfortunato animale nel mezzo della mischia non è un altro cetaceo ma uno squalo!

(foto: P. Pecchioni)
La porzione superiore della sua lunga coda spunta improvvisamente dall’acqua e pochi secondi dopo anche la testa. E’ un animale di grosse dimensioni, ma in balia dei capodogli viene sballottato come una foglia al vento.
I leviatani sono grandi, ma non enormi. Facendo il confronto con la dimensione della barca, ne stimiamo la lunghezza in circa dieci metri. Questo ci fa ipotizzare che si tratti di giovani o femmine, piuttosto che di maschi adulti che possono raggiungere i 18 metri. Quando siamo a una ventina di metri, due capodogli si dirigono verso la barca con decisione e un accenno quasi di intimidazione. Ci prepariamo all’impatto, ma per fortuna li vediamo scorrere sotto lo scafo in tutta la loro possanza. La testa enorme, la bocca aperta a mostrare la mandibola bianca e lo sguardo intelligente. Ci scrutano, forse per capire chi li ha interrotti nella loro ancestrale affermazione di dominio in mare. Raggiungono il terzo capodoglio già lontano e si immergono nel blu.

(foto: P. Pecchioni)
A questo punto dedichiamo attenzione alla povera preda rimasta stordita in superficie. Il perahu ondeggia pericolosamente ogni volta che ci spostiamo da un lato all’ altro per osservare questo grande squalo mentre nuota senza una direzione precisa. E’ lungo almeno 5 metri. Ha la testa molto grande rispetto al corpo. La punta delle pinne è bianca. Ha l’aspetto di uno squalo planctofago, ma non è uno squalo balena... ma allora di che squalo si tratta? Sembra incredibile, ma è un Megamouth, Megachasma pelagios!
In tutto il mondo finora sono stati segnalati solo 13 avvistamenti di questa specie, per lo più animali pescati o spiaggiati. Vivendo in profondità e venendo verso la superficie solo di notte, è molto difficile incontrarlo.
Ignari di quanto sarebbe successo, quella limpida mattina siamo andati incontro a un evento eccezionale. Abbiamo visto il Megamouth nel suo ambiente naturale, ma abbiamo anche assistito al secondo caso documentato di predazione di cetacei nei confronti di squali.
L'Indonesia, terra lontana e misteriosa, rimarrà per sempre dentro di noi con il suo mare profondo che riserva grandi sorprese.



Se aveste voglia di andare alla scoperta dei cetacei in Indonesia,
potete chiedere informazioni: cbenoldi@nauta-rcs.it